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TERME ALL’EPOCA DELL’IMPERO ROMANO

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SEZIONE REGALI

Andar alle terme, in Europa, è stile di vita ereditato dai Romani che costruirono terme quasi ovunque, mettendole a disposizione di tutti, utilizzando la loro arte di captare, incanalare e distribuire l’acqua, sia quella potabile sia quella termale. E hanno costruito acquedotti ed edifici termali che hanno retto all’assalto del tempo e sono ora in molti casi beni culturali archeologici restituiti dopo il restauro alla fruizione degli Europei e dei turisti che visitano l’Europa.

Per gli antichi romani i bagni alle terme non erano solo un modo per passare il tempo ma un vero e proprio rituale. Le terme pubbliche a Roma, che si ispiravano al ginnasio greco e al bagno a vapore egizio, arrivarono nel 25 a.C. portate da Agrippa anche se, già da molti anni i balneum erano molto frequentati. Le terme pubbliche furono così amate dai romani che in seguito gli imperatori fecero a gara per superare i propri predecessori nel costruire nuove terme sempre più grandi e belle. In realtà le terme non erano solo un luogo dove fare il bagno caldo ma un vero e proprio centro ricreativo e di aggregazione, all’interno vi si trovavano infatti centri sportivi, piccoli teatri, locande, ristoranti e saloni per le feste! Solitamente ogni centro termale, pur mantenendo i bagni come “attrazione” principale, offriva qualcosa di particolare ai propri ospiti: un panorama affascinante, un centro sportivo di alto livello, magnifiche librerie e molto altro ancora.

All’interno delle terme i cittadini romani seguivano un vero e proprio rituale, solitamente si iniziava con un po’ di ginnastica in palestra o comunque attività fisica all’esterno. Successivamente, dopo aver sudato ben bene, si accedeva ai bagni passando attraverso varie vasche, da quella con l’acqua più tiepida a quella più calda. Da qui si accedeva poi al tepidarium, la stanza più grande e solitamente anche più lussuosa dove si rimaneva per un’ora circa ungendosi con oli per poi passare nel calidarium. Questo era una stanza più piccola che permetteva l’accesso al laconicum, l’ultima stanza e anche la più calda e secca. La giornata alle terme però non terminava qui, una volta aperti i pori della pelle con il caldo, si passava alla pulizia del corpo e ai massaggi per poi terminare con un bagno nel frigidarium, la piscina. I romani vivevano le terme come un punto di aggregazione e dopo il bagno in piscina si poteva rimanere a leggere, a discorrere o a guardare spettacoli.

Negli ultimi anni sono nati veri e propri itinerari culturali alla riscoperta delle terme dei Romani in Europa e dei loro territori, con tutte le relative attrattive, naturalistiche, artistico-culturali, enogastronomiche.

Oggi i centri termali come quello di Chianciano Terme si concentrano sul benessere non solo del corpo, ma anche di mente e spirito, offrendo trattamenti ad hoc e locali particolarissimi come le Terme Sensoriali che offrono un vero e proprio viaggio nel benessere per rigenerare i sensi, non dissimili dalle antiche Terme romani come pure le piscine termali Theia. Il progetto Roman thermal baths of Europe, promosso dall’Associazione europea delle Terme, mette a sistema la collaborazione tra le terme europee per offrire, anche a turisti extraeuropei, l’esperienza di un soggiorno alle terme europee, alla scoperta del benessere inventato dai Romani e trasformato nella moderna offerta di benessere termale.

Il progetto si propone d’incrementare i flussi turistici intercontinentali verso l’Europa da Nord America ed Asia ed in tal modo contribuire anche a nuova occupazione, anche stagionale, anche in aree in sviluppo. Le Terme di Chianciano presentano un loro pacchetto-offerta di un mix di archeologia e terme, con la visita ai musei di Chiusi e Chianciano e ai siti archeologici, insieme al pernottamento in hotel e ingresso alle piscine termali Theia ed alle Terme sensoriali. Del resto a Chianciano Terme esistono (ma attualmente sono ancora interrate, ma al Museo ne esiste un bellissimo plastico) le terme in cui si recò il poeta Orazio su consiglio del medico Antonio Musa, guaritore dell’imperatore Augusto. L’ipotesi è del professore David Soren, dell’università di Tucson in Arizona, che ha effettuato studi e ricerche archeologiche nella zona. Il poeta era afflitto dalla gotta, pertanto il consiglio medico era quello di frequentare bagni freddi. Questi edifici rivestono un notevolissimo interesse, in quanto testimoniano l’apprezzamento verso queste acque antiche sia degli etruschi, che dai romani, che le frequentarono per le caratteristiche terapeutiche delle sorgenti di Sillene, Fucoli e Acqua Santa.

In zona Mezzomiglio esiste una grande vasca, realizzata in opus incertum e col pavimento in laterizio, molti dei quali recanti il bollo consolare «VOP.ET.HAST.COS.», databile all’anno 114 d.C; la piscina era alimentata da sorgenti di acqua che hanno caratteristiche terapeutiche, evidentemente già individuate nell’antichità, del tutto analoghe a quelle delle sorgenti attuali meta di un turismo salutare.

L’edificio rinvenuto si contraddistingue anche per le classiche aree destinate ai bagni freddi, a quelli tiepidi e caldi, in tutto e per tutto simili alle SPA di oggi (come le Terme sensoriali e le piscine termali Theia) ed è attribuito a Laroniano, personaggio menzionato in una lapide scoperta nella stessa zona all’inizio del XX secolo ed esposta nel Museo Civico Archeologico di Chianciano Terme.

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